Giornata della Terra: il turismo allo specchio
Il 22 aprile è un invito all’azione: il turismo può (e deve) essere motore di cambiamento per un futuro più sostenibile, consapevole e giusto.
Ogni 22 aprile, il mondo si ferma - o almeno dovrebbe - per guardarsi dentro. La Giornata della Terra non è solo una ricorrenza simbolica: è un invito, una presa di coscienza, una call to action non più procrastinabile. E per chi lavora nel turismo rappresenta anche una bussola che orienta verso un futuro possibile: più sostenibile, più consapevole, più giusto.
Perché si celebra la Giornata della Terra?
La Giornata della Terra viene celebrata su iniziativa delle Nazioni Unite in 193 Paesi. Ma da dove ha avuto origine l’Earth Day? Questa speciale iniziativa nasce dalla pubblicazione del manifesto ambientalista ‘Primavera silenziosa’, nel 1962, scritto dalla biologa americana Rachel Carson. Bisognerà attendere il 1969, però, per arrivare a una sorta di ufficialità. Nel corso di una conferenza dell’UNESCO a San Francisco, l’attivista per la pace John McConnell, si fece promotore di una giornata per il nostro pianeta, un pianeta dove la pace regna sovrana. Inizialmente la data scelta fu il 21 marzo, la primavera, ma quando il 22 aprile 1970 grazie alla spinta del senatore statunitense Gaylord Nelson vennero mobilitati 20 milioni di cittadini americani, ecco come la Giornata della Terra prese una forma (e una data!) definitiva, divenendo oggi l’evento dedicato all’ambiente più partecipato al mondo. L’obiettivo? Sensibilizzare su temi come l’inquinamento, la perdita di biodiversità, il cambiamento climatico e la gestione responsabile delle risorse naturali. È altresì un momento per interrogarci sul nostro ruolo: siamo parte della soluzione o del problema?
Turismo e ambiente: un legame indissolubile
Il turismo, per definizione, vive e si nutre della bellezza del pianeta. Paesaggi, culture, patrimoni naturali e architettonici: tutto ciò che attira i viaggiatori è ciò che dobbiamo proteggere. Eppure, paradossalmente, proprio il settore turistico è responsabile di una fetta importante delle emissioni globali di CO₂, in particolare per il trasporto aereo e l’overtourism in alcune destinazioni. Ecco perché la Giornata della Terra riguarda da vicino il nostro comparto. È una chiamata alla responsabilità collettiva: tour operator, agenzie, enti del turismo, strutture ricettive e viaggiatori stessi possono (e devono) fare la propria parte. La sostenibilità, infatti, non è più un’opzione. Dai piani di mobilità integrata alle strutture off-grid, dai viaggi a impatto zero ai progetti di riforestazione legati ai pacchetti vacanza, un numero crescente di player sta riscrivendo le regole del gioco. Il concetto di ‘turismo rigenerativo’ si fa strada: non basta non danneggiare, bisogna lasciare il territorio meglio di come lo si è trovato.
Ogni scelta conta: privilegiare operatori certificati, optare per esperienze autentiche e a basso impatto, scegliere mete meno battute e distribuire meglio i flussi turistici nel tempo e nello spazio sono la chiave per un pianeta che continua a vivere.
Il ruolo dell’industria: storytelling e formazione
Chi lavora nel turismo ha un potere enorme, ossia quello di educare e fare formazione. Il modo in cui raccontiamo le destinazioni può influenzare i comportamenti dei viaggiatori, ed ecco perché lo storytelling responsabile non è solo una buona pratica, è una missione. Allo stesso modo, la formazione degli operatori è cruciale per integrare la sostenibilità in ogni fase della customer journey. La Giornata della Terra ci apre gli occhi sul fatto che siamo tutti parte di un ecosistema fragile, e che il turismo può essere uno strumento straordinario per proteggerlo perché ogni viaggio può diventare un atto d’amore verso la Terra.
Oggi più che mai, non basta celebrare. Bisogna agire.
Perché la vera sostenibilità non si esaurisce in un hashtag o in una dichiarazione d’intenti, è fatta di scelte quotidiane, di responsabilità condivisa, di coraggio nel cambiare rotta.
E il turismo, con la sua capacità unica di connettere culture, persone e territori, può e deve essere parte del cambiamento.
Chi viaggia, chi accoglie, chi promuove: tutti abbiamo un compito.
Che ogni prenotazione diventi una promessa. Che ogni viaggio lasci dietro di sé rispetto, non impronte.
Che ogni passo verso una meta sia anche un passo avanti per il pianeta. Perché non esiste viaggio più importante di quello che ci porta verso un domani migliore.
Gaia Guarino