Abu Simbel: meraviglia dell'Antico Egitto tra le sabbie del deserto
Immaginate di viaggiare attraverso il deserto egiziano sotto un sole implacabile. Il silenzio è interrotto solo dal vento che soffia tra le dune.
All'improvviso, all'orizzonte appare una visione che sembra uscita direttamente da un libro di storia: i colossali templi di Abu Simbel, una delle più spettacolari rappresentazioni dell’Antico Egitto.
Situato sulla sponda occidentale del Nilo, vicino al confine con il Sudan, Abu Simbel è un complesso archeologico formato da due templi scavati nella roccia che furono commissionati dal faraone Ramses II, uno dei più grandi sovrani dell'antico Egitto, per celebrare le sue vittorie militari e rendere omaggio agli dei.
Il Grande Tempio di Ramses II
Il primo e più grande dei due templi è dedicato a Ramses II e alle divinità Amon, Ra-Horakhty e Ptah. La facciata, alta 30 metri e larga 35, è dominata da quattro statue colossali del faraone, ognuna alta oltre 20 metri. Questi giganti di pietra sorvegliano l'ingresso del tempio, con i loro sguardi severi e maestosi che sembrano sfidare il tempo stesso.
All'interno, un lungo corridoio conduce a diverse camere riccamente decorate con rilievi che raccontano le imprese di Ramses II, tra cui la famosa Battaglia di Qadesh.
Il Tempio Minore di Nefertari
Accanto al grande tempio sorge il Tempio Minore, dedicato alla regina Nefertari, la moglie preferita di Ramses II, e alla dea Hathor. Anche qui la facciata è ornata da statue colossali, sei in totale, di cui quattro rappresentano Ramses e due Nefertari. Questo è uno dei rarissimi casi nell'arte egizia in cui la regina è raffigurata con la stessa grandezza del faraone, un segno della profonda devozione di Ramses per la sua consorte.
L'interno del tempio è più intimo, ma altrettanto affascinante, con rilievi che mostrano Nefertari in compagnia delle divinità e del faraone, avvolti in un'atmosfera sacra e solenne.