Immagine di sfondo della pagina “Nel turismo bisogna puntare sugli animatori”. E' questa l'opinione della FIAST Federazione italiana animazione e servizi turistici di  Confesercenti.
23 febbraio 2006

Sviluppare il settore turistico puntando sulla figura dell'animatore turistico. E' questa la richiesta fatta nell'ambito della Bit a Milano, dal presidente della FIAST, la Federazione italiana animazione e servizi turistici aderente a Confesercenti. “Nel settore turistico - stima la FIAST - operano in Italia e all'estero almeno 50.000 animatori turistici, circa 20.000 di questi sono organizzati da 300 piccole e medie imprese, come quelle aderenti alla FIAST, che fatturano complessivamente circa 150 milioni di euro. Altre 20.000 si stima facciano capo ai grandi tour operator, mentre ulteriori 10.000/12.000 operano all'estero per imprese di varie tipologie sia italiane che estere.“Per molti giovani intraprendenti ma senza esperienza lavorativa - afferma il presidente della FIAST Fabio Avaro - quella dell'animatore turistico è un'attività molto ambita: il salario di ingresso al netto delle ritenute è di 400 euro mensili, cui però si sommano vitto e alloggio e “vacanze gratis” nei posti più belli del mondo. Uno stipendio che può lievitare di molto con la crescita dell'esperienza lavorativa”.Nel corso degli incontri della Bit la FIAST ha messo in rilievo la necessità che venga riconosciuta l'importanza sempre crescente dell'animazione turistica, anche potenziando e sostenendo la formazione professionale degli animatori. “Per puntare davvero sul quel nostro grande patrimonio che è il turismo - conclude Avaro - non bastano soltanto le chiacchiere. L'animazione è una delle leve fondamentali per far apprezzare ai turisti in vacanza nel nostro Paese nel mondo i valori della cultura, del buongusto, dell'efficienza e dell'ospitalità italiana che sono il vero valore aggiunto su cui l'intero settore deve puntare per la propria crescita.”

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