
Turismo Sociale, settore trasversale e sottostimato. Presentato il primo rapporto dell’Isnart
“Il turismo sociale non può essere considerato un turismo di seconda serie come peraltro dimostrano i dati del Rapporto presentato dall’Isnart. Il dovere di noi amministratori deve essere quello di sostenere le attività dei soggetti che operano in questo comparto e ridisegnarne le prospettive di sviluppo”. E’ quanto ha dichiarato Alessandro Mazzoli, presidente della Provincia di Viterbo, intervenendo al Convegno “Il Turismo Sociale in Italia. Doveri e opportunità”, promosso nell’ambito della Borsa del Turismo Sociale e Associato, svoltasi nei giorni scorsi a Viterbo con un qualificato parterre di relatori e con il coordinamento di Antonio Castello: : Benito Perli, presidente della FITuS, Antonio Centi, responsabile del Settore Turismo dell’ANCI, Stefano Landi, presidente del Laboratorio “Si Può”, e Norberto Tonini, presidente del BITS, oltre a Flavia Coccia, Direttore Operativo dell’ISNART, che ha presentato il 1° Rapporto Nazionale sul Turismo Sociale e Associato.“Sul valore e importanza che il turismo sociale riveste in Italia- ha detto Benito Perli- credo nessuno possa dissentire. Ciò nonostante, nessuno sa quanto il settore produca in termini di presenze e fatturato. I dati che emergono nel 1° rapporto presentato dall’ISNART, ci confortano, ma io credo ci sia ancora molto da fare”. Il turismo sociale e associato, quello per intenderci dei Cral, dei Dopolavori, delle Associazioni culturali e sportive, delle parrocchie, ecc. contempla anche quello accessibile, delle persone diversamente abili che, per Stefano Landi è “una modalità, una precondizione, tanto per rispondere all’interrogativo se il turismo sociale possa trattarsi di una modalità o di un prodotto”. Antonio Centi si invece soffermato sulla novità dei buoni vacanza, recente introdotti dal Governo, che tanto novità poi non sono, se si considera che erano stati previsti dalla L. 135/2001 e che arrivano alla loro introduzione con ben otto anni di ritardo. “L’importante, ha detto Centi, che prevalga quella cultura del turismo sociale che trova nei buoni vacanza la logica risposta, sebbene tardiva, a quel rinnovato modo di intendere il turismo. I cinque milioni stanziati sono poca cosa ma rappresentano, almeno mi auguro, l’inizio di un percorso”.