
Aeroporto di Bologna: lettera aperta contro la Finanziaria
Il presidente dell’Aeroporto di Bologna Gian Carlo Sangalli ha inviato oggi ai rappresentanti dei soci pubblici, il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, la presidente della Provincia Beatrice Draghetti e il presidente della Regione Vasco Errani, una lettera aperta in cui chiede l’intervento degli stessi nelle sedi più opportune, per la cancellazione di alcuni articoli della Finanziaria 2007 riguardanti gli aeroporti. Tali disposizioni, infatti, “comportano nuovi ed insostenibili oneri per le società di gestione aeroportuali, che già subiscono i nefasti effetti della legge 248/05” (sui cosiddetti ‘requisiti di sistema’). Esse inoltre “unitamente all’esclusione del settore aeroportuale dalle limitazioni del c.d. cuneo fiscale (art. 18), aprono un futuro di strutturale dissesto per l’Aeroporto di Bologna e per tutte le altre società di gestione aeroportuale, che risulteranno incapaci di sostenere la realizzazione e il mantenimento delle infrastrutture, pregiudicando le possibilità di sviluppo dell’intero sistema economico”. Nel dettaglio, con gli articoli 15 e 16 della Finanziaria si introduce una distinzione tra beni immobili attribuiti dallo Stato per conseguire il perseguimento delle finalità istituzionali o comunque strumentali all’attività aeroportuale (ad esempio la pista) e beni immobili non strettamente connessi e non funzionali a tali attività (ad esempio i parcheggi auto), per cui Sab si troverebbe a dover interagire con due soggetti: Enac per gli immobili strumentali e Agenzia del Demanio per gli altri, senza regole chiare di coordinamento. Per dare un primo ordine di grandezza, l’introduzione di tale sistema metterebbe in discussione una quota pari al 40% del totale dei ricavi dell’Aeroporto. Con l’articolo 214, inoltre, viene prevista la costituzione di un fondo alimentato dalle società di gestione per concorrere ai costi sostenuti dal Ministero dell’Interno per i servizi antincendio prestati negli aeroporti. L’impatto economico per Sab, sulla base di un primo calcolo, comporterebbe un onere aggiuntivo di un milione di euro all’anno.