Affitti brevi: Confindustria Alberghi, è urgente una norma nazionale
Presidente Fabri: "Le locazioni turistiche impattano fortemente sul tessuto sociale delle nostre città. Lo sviluppo incontrollato in assenza di regole rischia di incrinare il rapporto tra cittadini e turisti come sta già accadendo in altri paesi"
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 2928/2025, ha stabilito che l’attività di locazione turistica, esercitata in forma non imprenditoriale, non rientra nel raggio d’azione dei poteri di inibizione dei Comuni. I provvedimenti comunali non potranno regolamentare il fenomeno.
“La decisione del Consiglio di Stato in materia di affitti brevi conferma la necessità, oggi più che mai, di affrontare il tema con uno sguardo d’insieme e strumenti normativi adeguati. Il fenomeno delle locazioni turistiche, in costante espansione, ha un impatto diretto sul tessuto sociale delle nostre città e non può continuare a svilupparsi in modo incontrollato.
L’impatto di queste attività sull’offerta turistica del nostro paese è evidente e l’esigenza di provvedimenti specifici appare sempre di più urgente.
È indispensabile una norma nazionale che consenta ai Sindaci di intervenire laddove il territorio lo richieda, sulla base di dati concreti e verificabili. Oggi, grazie alla Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive e il Codice Identificativo Nazionale, è finalmente possibile monitorare la realtà del settore.
È necessario governare il fenomeno, non possiamo limitarci a subirlo.
Abbiamo già visto dei segnali di reazione da parte dei cittadini. Altre città in Europa stanno già vivendo una reazione molto forte della comunità residente che noi dobbiamo assolutamente evitare.
La salvaguardia della comunità residente non è solo un tema sociale, ma una condizione essenziale anche per un turismo sostenibile e di qualità. I residenti rappresentano il cuore pulsante dei nostri centri storici e dei nostri quartieri, un elemento identitario che arricchisce l’esperienza del visitatore e contribuisce alla reputazione dell’Italia come destinazione autentica.
Quando la vita autentica di una località viene sostituita da un flusso continuo di visitatori mordi-e-fuggi, il tessuto urbano si impoverisce, la cultura si appiattisce, e l'identità locale si dissolve soprattutto agli occhi di quel turismo colto e di qualità su cui l’Italia deve puntare. Una città vetrina, bella ma vuota, perde appeal proprio per chi cerca esperienze autentiche, relazioni vere e luoghi culturalmente vivi. Senza una regolamentazione seria, rischiamo di trasformare le nostre città in luoghi senz’anima, perdendo l’artigianato locale e tutte quelle attività commerciali tipiche e fortemente identitarie del nostro Made in Italy, rendendole sempre meno capaci di raccontare la propria storia – dichiara Elisabetta Fabri, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi”.