Assoturismo- Confesercenti: “ Il rilancio delle piccole e medie imprese turistiche parte dal fisco. La Brambilla ascolti la voce delle pmi”
“Per rilanciare il turismo italiano nel mondo bisogna prima di tutto rilanciare le piccole e medie imprese del settore in Italia. In un Paese in cui migliaia di piccole imprese individuali hanno un livello di pressione fiscale che sfiora il 100%, più che di task force bisognerebbe parlare di pronto soccorso”.E’ quanto ha affermato il presidente di Assoturismo-Confesercenti, Claudio Albonetti, dopo l’incontro avuto con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega al Turismo, Michela Vittoria Brambilla. “Prima alla commissione Industria del Senato di ieri e poi nel nostro incontro, la Brambilla ha sottolineato l’esigenza di rilanciare l’immagine dell’Italia nel mondo attraverso una strategia di sistema. Ha denunciato la perdita di quote di mercato del nostro turismo a livello internazionale: è tutto vero – ha precisato Albonetti - ma non ha approfondito la principale causa di tutto questo e cioè la pressione fiscale. A livello europeo il nostro Paese si è guadagnato la maglia nera per il fisco più pesante ed a pagarne le conseguenze sono le piccole imprese che continuano ad essere decimate a migliaia, anno dopo anno. Abbiamo raggiunto il triste record di un ‘total tax rate’ medio, vale a dire tutti gli oneri che direttamente o indirettamente fanno capo alle imprese, (imposte, contributi, oneri amministrativi) del 75% contro il 25% dell’Irlanda”. “Il sottosegretario avrà da noi la massima collaborazione – ha precisato il presidente di Assoturismo - ma vorremmo che qualche volta almeno facesse riferimento diretto alle piccole e medie imprese del turismo, le uniche davvero in grado di fare la differenza nel rilancio di questo settore e dell’economia in generale. Vorremmo, ad esempio, che la nuova normativa per la classificazione degli alberghi, che poco differisce in realtà dalla precedente, prevedesse un controllo da parte delle organizzazioni di categoria, assicurando così maggiore assistenza alle imprese nella riqualificazione e scongiurando o eliminando casi di concorrenza sleale. Vorremmo insomma un controllo impostato più sulla vicinanza che sulla vigilanza”.