Astoi sulla Direttiva Pacchetti: "Delitto perfetto"
La proposta di modifica alla Direttiva europea sui pacchetti turistici, presentata dall’eurodeputato maltese Alex Agius Saliba, ha suscitato la ferma opposizione di ASTOI Confindustria Viaggi.
L’associazione dei tour operator italiani denuncia un intervento normativo che, se approvato, rischia di compromettere irreparabilmente il turismo organizzato, mettendo in pericolo migliaia di imprese già provate dalle difficoltà del settore.
Secondo ASTOI, la nuova direttiva introduce vincoli eccessivi e squilibri normativi che penalizzano in modo sproporzionato gli operatori del turismo organizzato rispetto ad altri attori del settore, come le compagnie aeree e le piattaforme di prenotazione online. Il presidente di ASTOI, Pier Ezhaya, sottolinea come la normativa vigente garantisca già una tutela estesa ai consumatori, ben superiore a quella offerta da altri segmenti del mercato turistico. L’introduzione di ulteriori restrizioni appare dunque ingiustificata e rischia di aggravare il divario tra operatori tradizionali e nuove realtà digitali.
Tra i punti più contestati della proposta emerge l’introduzione di un tetto massimo del 25% sugli acconti versati dai clienti, con il saldo che potrebbe essere richiesto solo nei 28 giorni precedenti la partenza. Questo obbligo creerebbe enormi difficoltà per i tour operator, costretti ad anticipare di tasca propria i pagamenti richiesti da compagnie aeree e strutture alberghiere, spesso soggetti a tariffazione immediata e non rimborsabile. Un altro aspetto fortemente criticato è l’istituzione di un trust per garantire gli acconti, una misura ritenuta superflua e ridondante, considerando che gli operatori del turismo organizzato sono già tenuti a partecipare a un fondo per l’insolvenza e il fallimento, una garanzia che non è invece richiesta ad altri attori del settore.
Particolarmente preoccupante è anche la mancanza di criteri oggettivi per definire le circostanze straordinarie che giustificano il recesso senza penali. La nuova direttiva introduce la possibilità per i clienti di annullare il viaggio fino a 28 giorni prima della partenza in caso di travel warning emesso dal Ministero degli Esteri. Secondo ASTOI, questa disposizione rischia di generare incertezza e squilibri, soprattutto considerando che i vettori aerei e le piattaforme di prenotazione non sono sottoposti agli stessi vincoli di rimborso in caso di avvisi simili. Inoltre, l’assenza di un perimetro chiaro sulle "circostanze straordinarie" potrebbe portare a interpretazioni arbitrarie e incontrollabili, aumentando il rischio di contenziosi.
Altri aspetti critici della proposta includono la riduzione del termine per i rimborsi in caso di fallimento e insolvenza da 9 a 3 mesi, una tempistica che, secondo ASTOI, non tiene conto delle complessità amministrative necessarie per esaminare migliaia di richieste di rimborso. A questo si aggiunge l’introduzione di sanzioni fino al 4% del fatturato per le violazioni delle previsioni della direttiva, un peso insostenibile per un settore che già opera con margini ridotti e che sta cercando di riprendersi dalle conseguenze della pandemia.
La posizione di ASTOI è chiara: il turismo organizzato non può essere l’unico comparto a subire vincoli stringenti e penalizzazioni ingiustificate. "Perché l’Unione Europea non impone le stesse regole alle compagnie aeree o alle grandi piattaforme digitali?" si chiede Ezhaya, denunciando una disparità di trattamento che rischia di penalizzare gli operatori tradizionali e favorire le grandi multinazionali del turismo online.
Il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha già manifestato la propria contrarietà alla proposta, garantendo il massimo impegno per contrastare quella che ASTOI definisce una "pericolosa deriva normativa". L’associazione chiede che la questione venga affrontata ai più alti livelli istituzionali, coinvolgendo anche la Presidenza del Consiglio, per evitare che un settore fondamentale per l’economia italiana venga messo in ginocchio.
"Se questa direttiva passerà, sarà la fine del turismo organizzato. Non possiamo permetterlo. Questa volta siamo pronti a tutto", conclude Ezhaya, lanciando un appello alla mobilitazione del comparto e invocando un’azione decisa per tutelare il futuro delle imprese turistiche italiane.