Immagine di sfondo della pagina Concorso guide turistiche, ANGT contro il bando: “Una finta riforma, ora il TAR faccia chiarezza”
18 aprile 2025

Il concorso per l'abilitazione alla professione di guida turistica continua a far parlare di sé. Solo pochi giorni fa, infatti, ConfGuide e Federagit manifestavano il loro disappunto per un ricorso al TAR presentato da un'altra associazione di categoria che rischia di paralizzare l'iter di selezione.
Oggi arriva la risposta di ANGT - Associazione Nazionale Guide Turistiche - che, con una nota firmata dal suo presidente, Anna Bigai, comunica di apprendere con stupore dell'agitazione che serpeggia tra le altre sigle di guide turistiche a causa della proposizione del ricorso al TAR avverso il bando di concorso avviato dal Ministero del Turismo.
"Ad onore del vero, infatti, ANGT, partecipando attivamente a ogni incontro propedeutico alla stesura della legge e del Decreto Ministeriale conseguente, ha sempre e da sempre, evidenziato che si tratta di una riforma che nella sostanza non tutela la professione di guida turistica e non tutela il fruitore finale del servizio nel godere di una prestazione professionale, adeguata all'importanza del nostro patrimonio storico culturale e artistico, nonché all'altezza delle aspettative, ma piuttosto una liberalizzazione sotto mentite spoglie", commenta.

ANGT ha così deciso di agire nell'interesse della tutela della professione, "a differenza - si legge nella nota - "di altre sigle che hanno manifestato soltanto un tardivo malcontento verso la legge e verso il decreto alla chiusura del bando, lamentando l’elevato numero di iscrizioni allo stesso senza tuttavia procedere fattivamente a fare nulla di concreto".
Il contenuto del ricorso al TAR per volontà di ANGT riguarda non solo il Decreto Ministeriale n.88 del 2024, ma anche il bando, trattandosi di atto consequenziale.
Un'azione che segue le doglianze manifestate dall'associazione in tutti i tavoli di trattativa al fine di tentare di modificare i capisaldi di una legge ritenuta a detrimento del valore della professione, rimanendo però inascoltata.
"A differenza delle altre sigle, disposte a qualunque legge per un bando, ANGT ritiene di dover pretendere una legge che concretamente rappresenti una svolta positiva per la professione, consentendo certamente lo sblocco delle abilitazioni, che molto sta a cuore anche a questa sigla, ma soprattutto evidenzi, garantisca e promuova l'importanza di questa professione anche sotto il profilo economico e sociale del Paese; tutto ciò, ovviamente, anche a costo di esercitare i propri legittimi diritti d'impugnazione", prosegue Bigai. "ANGT - conclude - confida che il giudice amministrativo saprà concretamente apprezzare le antinomie e le manchevolezze  del decreto ministeriale e del bando, per come ampiamente descritte nei ricorsi presentati e conseguentemente provveda alla sospensione del bando".

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