Fabbrica di pensieri e sogni: i 60 anni dell’Istituto Svizzero a Roma
Trenta eventi, tra concerti, letture poetiche, mostre, installazioni, conversazioni scientifiche e conferenze storico artistiche, proiezioni di film e documentari, animeranno la serata dedicata ai festeggiamenti dei 60 anni dell’Istituto Svizzero di Roma, nella splendida cornice di Villa Maraini alle spalle di Via Veneto. Si tratta di una serata-evento dedicata sopratutto all’incontro tra l’Istituto e la Città Eterna, che condividono spazi e vedute, ma ancora troppo spesso non riescono ad incontrarsi sul piano culturale. “Questa occasione – ha spiegato il direttore dell’Istituto Christoph Riedweg – vuole essere un’ulteriore dimostrazione da parte nostra di continuare il cammino intrapreso e impegnarci affinché Villa Maraini diventi sempre più una piattaforma viva e stimolante di dialogo e interscambio intellettuale ed artistico tra Italia e Svizzera”. Creata ufficialmente dal Consiglio federale nel dicembre del 1947, la Fondazione dell’Istituto Svizzero di Roma ha sede dal 1948 nella prestigiosa Villa Maraini. La residenza fu offerta alla Confederazioni dalla contessa d’origine luganese Carolina Maraini-Sommaruga, vedova dell’industriale Emilio Maraini, con il mandato espresso che questa fosse posta a servizio della cultura, nel segno della collaborazione tra il paese elevetico e quello italiano. “Credo che sia stata la migliore destinazione possibile per questa struttura – ha affermato Dacia Maraini, nota scrittrice e nipote della contessa – perché ha permesso la conservazione di questa nella sua interezza. L’unica cosa che mi ha un po’ rattristato è il fatto che forse fino ad oggi è mancato un filo che collegasse la città alla struttura, si tratta di una presa di coscienza da fare e un vuoto di comunicazione da colmare al più presto”. Sin dalla sia fondazione l’Istituto ha permesso ai giovani svizzeri di approfondire le loro conoscenze e la loro arte ospitandoli nelle stanze della villa per contribuire così allo sviluppo delle relazioni scientifiche e culturali tra i due paesi. Dal 2004 poi la Fondazione che guida l’Istituto ha deciso una nuova impostazione strategica e culturale allo scopo di intensificare le attività e i programmi dedicati a eventi a carattere storico artistico. “Spero che sia l’inizio di una collaborazione a lungo termine – ha spiegato l’ambasciatore svizzero a Roma, Bruno Spinner – si tratta di una grande festa all’interno di uno dei gioielli dell’architettura cittadina. Questa non è solo una “casa”, ma anche un’idea, un insieme di energie che come una fontana di bellezza e conoscenza deve sorprendere i giovani svizzeri che in questo luogo di scambio possono dare molto ai loro colleghi italiani”. Tra gli eventi che animeranno la serata di venerdì, a partire dalle ore 19 con ingresso libero, L’Eos Guitar Quartet, quartetto di chitarre europeo, l’Ensemble Alea Musica, le letture dello scrittore Paul Nizon, senza dimenticare la possibilità di guardare il cielo, e la città, dalla torre della palazzina, deputato il secondo più alto in città dopo la cupola di San Pietro, in compagnia dell’astronomo Maurizio Falanga. “Si tratta di un regalo troppo spesso sottovalutato – ha detto in chiusura il neo Assessore alla Cultura della giunta capitolina Umberto Croppi – sono già stato al Goethe Institute e all’Accademia di Romania e non ho potuto far altro che ci sono grandi potenzialità non ancora sviluppate. Si tratta di opportunità uniche al mondo probabilmente, per estensione e capillarità territoriale, che ci offrono una possibilità di approfondimento e di ricerca incredibile”. L’appuntamento per scoprire le bellezze dell’Istituto è quindi venerdì 4 luglio, per una notte a passeggio tra arte, storia e musica, in una città in cui c’è ancora molto da scoprire.