Immagine di sfondo della pagina Marocco, il sapore del dolce far niente nel deserto

Un viaggio Soft Adventure alla scoperta di alcuni dei tesori del Marocco: Merzouga, Ait Benhaddou, Ouarzazate e altro ancora

Il deserto in Marocco è un’esperienza, un luogo fuori dal mondo, lontano da ciò con cui abbiamo familiarità, un viaggio a sé stante che merita di essere vissuto per molto più tempo di un’escursione giornaliera. Il deserto in Marocco necessita di essere assaporato tra tajin, datteri e te alla menta, di essere toccato nella sua sabbia finissima o nel crespo pelo di un dromedario, di essere vissuto a contatto con la sua popolazione, i berberi, antichi custodi di una tradizione antica e nomade. Chi si appresta ad organizzare un viaggio nel deserto del Marocco deve essere quindi pronto a ritmi lenti, a godere del lento scorrere del tempo senza aver paura di riempirlo troppo, pronto a gustare la bellezza di un qualcosa che senza dubbio accomuna questa terra alla nostra Italia: il dolce far niente. Un concetto astratto che ci aiuta a riappropriarci del nostro relax per assaporare tutto ciò che questo luogo, e il deserto che nella zona sud ne è protagonista indiscusso, è pronto ad offrirci.

L’ingresso del Deserto del Sahara è graduale, si può entrare passando per l’oasi di Erfoud, dopo essere atterrati con un volo (con scalo a Casablanca) all’aeroporto di Errachidia. Il primo impatto con l’ambiente, lo stile e il benessere marocchini si prova alloggiando all’Hotel Xaluca Erfoud, in attesa di svegliarsi rigenerati per partire alla scoperta della zona e immergersi tra le dune. Ma prima, immancabile uno stop nella città paradiso dei fossili, rimasti intrappolati tra le rocce da milioni di anni dopo la ritirata del mare. In uno dei tanti laboratori che li lavorano se ne possono individuare di ogni forma, con la curiosità di riconoscere specie a noi note nell’insieme dei ricordi degli anni. Tantissimi gli studiosi di tutto il mondo che si recano a Erfoud a studiarli, per gli appassionati di design particolare anche l’oggettistica e gli arredi d’arte in cui vengono incastonati diventando parte dell’arredamento di alto livello della regione.

Attraverso paesaggi brulli e sporadiche oasi di palme da datteri si viaggia in direzione Merzouga doeeagnifico canyon con imponenti cime. È qui che gli esperti di fotografia troveranno scatti mozzafiato, tra acqua che scorre in zone desertiche e panorami spettacolari da immortalare fuori dal finestrino. Anche i più sportivi ameranno trascorrere nella zona due o tre giorni, poiché i sentieri per il trekking o addirittura i percorsi di arrampicata offrono spunti ai più esperti ma anche a chi è alle prime armi. Dopo tanta fatica torna il momento del dolce far niente con un soggiorno relax al Dar Rihana, nelle Dades, dove prendere un aperitivo in terrazza con vista su una natura rigogliosa che nel deserto nessuno si aspetta o rilassarsi in piscina, ma soprattutto deliziare le papille gustative con una cena tipica, seppur moderna, e una colazione per veri golosi, tra formaggi tipici, tè alla menta e cous cous. Interessante sottolineare due abitudini particolari della gastronomia marocchina: le insalate in Marocco vengono servite a inizio pasto e alla fine, a posto del caffè, si beve il tè alla menta, servito con un rituale molto simbolico ed accurato. Altre prelibatezze sono la tajine, il piatto più diffuso del Marocco, un metodo di cottura stufato molto particolare che sforna pietanze a base di carne, verdure, pollo o albicocche, la pastilla, una sorta di pasta sfoglia con pollo e mandorle e la tipica pizza marocchina ripiena di carne e cipolle. Nella zona di Dades consigliamo il Muxu Berbere Auberge per un delizioso buffet, spazioso locale perfetto anche per i grandi gruppi. 

Spostandosi verso Ouarzazate, scoprire le Dades Valley è un paradiso per gli occhi (e per la macchina fotografica), strade adrenaliniche lasciano il passo a canyon che sembrano dipinti. L’ospitalità dei berberi non ha nulla da invidiare al paesaggio mozzafiato e le “dita delle scimmie” sono uno spot per selfie immancabile, ma la vera ricchezza sono le molte kasbah. Tra tutte la Kasbah Amridil va visitata con una guida, che spiega la particolarità di questa fortezza edificata in un impasto di paglia, terra e acqua. Altra Kasbah che merita senza dubbio una visita è l’impressionante Kasbah Taourirt, a Ouarzazate, costruita nel 1754 con 150 stanze, è la più grande del sud del Marocco e, dopo i lavori di ristrutturazione dovuti all’ultimo terremoto, dal prossimo anno sarà visitabile di nuovo integralmente. Set cinematografico a cielo aperto Ouarzazate merita più giorni per sperimentare a 360 gradi l’atmosfera vitale e accesa che anima le vie della città, i vicoli del centro storico e le tappe da visitare. A circa 3 ore di macchina dall’aeroporto di Marrakesh, collegato all’Italia con voli diretti giornalieri, a metà tra la sabbia rossa delle dune desertiche e le verdi vallate delle oasi, Ouarzazate è più celebre alla vista che al suono: impossibile infatti non averla notata in uno dei tantissimi film girati in città o in periferia, da Lawrence d’Arabia al Gladiatore, fino alle più conosciute serie tv, come Prison Break o Il trono di spade. Gli appassionati di cinema non potranno perdere una visita ad uno dei quattro studi cinematografici, come gli Atlas Film Studios, o al museo del cinema, aperto nel 2007 per celebrare le grandi scenografie e i costumi utilizzati sui set ma anche come raccolta di una complessa e affascinante strumentazione ormai in disuso.

Scoprire come venivano girati un tempo i film è molto interessante, ma spettacolare è camminare direttamente su un set: Ait Benhaddou, un sito patrimonio mondiale dell'UNESCO con un’antica architettura in mattoni di fango è stato ispirazione e protagonista di trenta film, dal primo del 1954, Ali Babà e i quaranta ladroni, fino a Seneka, del 2021. Denominato “villaggio del cinema” e divenuto patrimonio UNESCO nel 1987, ad oggi è popolato da 10 famiglie della comunità berbera contro le 120 di un tempo e sta subendo un’importante ristrutturazione da 5 anni per mantenere lo splendore di un luogo autentico, tra stretti vicoli e tortuose scalinate, artisti del deserto e piccoli negozietti caratteristici. Per godere della vista dall’alto si può scalare la collina o, per i più pigri, pranzare al ristorante di fronte alla Kasbah Ait Benhaddou, Restaurant La Rose du Sable che offre buffet tipico in un tipico riad. Il dolce far niente delle atmosfere desertiche lascia il posto al piacere della scoperta di luoghi tanto caratteristici da risultare dei veri e propri gioielli di cui riempirsi gli occhi, ma la fatica dell’esplorazione sotto il caldo sole marocchino si fa sentire, e dunque prima di lasciare il paese è tempo di rigenerarsi con l’esperienza più tipica di una destinazione che sa coccolare mente e corpo al contempo: l’hammam. La mente ne uscirà rilassata e distesa, pronta a lasciar sedimentare i ricordi di un paese senza tempo e le atmosfere di un luogo fuori dal mondo, e il copro ne risulterà purificato e profumato tra leviganti scrub e rinvigorenti massaggi; il nuovo DHBeaute SPA Ouarzatate a pochi passi dal museo del cinema e dalla Kasbah Taourirt, accoglie in un ambiente da mille e una notte per trattamenti di ogni tipo.

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