Immagine di sfondo della pagina Stati Generali del Turismo Outdoor a Venezia: il futuro dei cammini tra sostenibilità e governance
22 novembre 2024


Gli Stati Generali del Turismo Outdoor, organizzati dal Club Alpino Italiano (CAI), riuniranno oltre 60 stakeholder tra istituzioni, imprese e associazioni per discutere il futuro dei cammini e della rete escursionistica italiana. Un evento che mira a creare sinergie concrete, superando il concetto astratto di "fare rete" per tradurlo in progetti e strategie operative.

Un focus sui cammini: cuore del turismo outdoor
Il presidente generale del CAI, Antonio Montani, ha sottolineato l’importanza di concentrare il dibattito sul mondo dei cammini. "Il turismo outdoor non è solo camminare, ma il cammino è un elemento indispensabile, anche perché è spesso il primo passo per avvicinarsi alla montagna. Per questo abbiamo deciso di stringere l’obiettivo su questo segmento specifico", ha dichiarato.

Tra i cammini più emblematici, il CAI vanta il Sentiero Italia, un itinerario di 8.000 chilometri che attraversa il Paese. "Non è un cammino turistico classico, ma un manifesto del camminare", ha spiegato Montani, evidenziando come questo progetto rappresenti l’approccio del CAI alla valorizzazione della rete sentieristica, una vera infrastruttura su cui poggia l’intero sistema dei cammini.

L’infrastruttura dei sentieri: tra eccellenze e criticità
L’Italia vanta 180.000 chilometri di sentieri, di cui circa 140.000 già mappati e inseriti nel catasto nazionale realizzato dal CAI su incarico del Ministero del Turismo. Tuttavia, solo la metà è mantenuta attivamente, e gran parte del lavoro è svolta dai volontari del CAI.

"Questa realtà è al tempo stesso eccezionale e drammatica", ha dichiarato Montani. Se da un lato il lavoro dei volontari è straordinario, dall’altro è evidente che non basta: serve un intervento pubblico massiccio per mantenere e valorizzare la rete escursionistica. "Non possiamo affidarci solo ai volontari. È fondamentale che Governo, Regioni e Comuni comprendano l’importanza di investire su sentieri, rifugi e accoglienza. Queste sono le chiavi per far decollare il turismo outdoor".

Sostenibilità e turismo responsabile: il modello del CAI
La visione del CAI punta a un turismo che non sia solo outdoor, ma anche responsabile e sostenibile. "Non c’è nulla di più sostenibile del camminare a piedi. Questo approccio genera benefici non solo per i fruitori, ma anche per le comunità locali, creando opportunità economiche e consentendo alle giovani generazioni di restare nei territori di montagna", ha affermato Montani.

Lotta ai rifugi “di lusso” e il bisogno di una legge nazionale
Un altro tema centrale del dibattito riguarda la regolamentazione dei rifugi. Secondo Montani, "oggi chiamiamo tutto rifugio, anche strutture che si allontanano dalla loro funzione originaria per offrire servizi di lusso. Serve una legge nazionale che definisca con chiarezza cosa può essere considerato un rifugio, distinguendolo da altre forme di accoglienza".

Questa normativa dovrebbe garantire che i rifugi restino coerenti con la loro missione: offrire servizi essenziali in luoghi difficilmente accessibili, rispettando l’ambiente e le esigenze dei territori.

Verso un Osservatorio Nazionale sul Turismo Outdoor
Uno degli obiettivi principali degli Stati Generali è la creazione di un Osservatorio Nazionale sul Turismo Outdoor, in collaborazione con l’Enit. Questo organismo, indipendente e guidato da enti pubblici, avrà il compito di raccogliere dati scientifici sulla frequentazione dei cammini e valutare l’efficacia dei finanziamenti pubblici.

"Oggi i dati esistenti sono spesso frammentati o distorti, con alcune realtà che gonfiano i numeri per ottenere contributi economici", ha spiegato Montani. L’Osservatorio servirà a fare chiarezza e a indirizzare le risorse dove sono davvero necessarie, evitando che progetti validi si perdano per mancanza di fondi o che altre iniziative svaniscano una volta terminati i finanziamenti iniziali.

Un evento per costruire il futuro del turismo outdoor
Gli Stati Generali del Turismo Outdoor rappresentano un momento cruciale per fare il punto sul settore e tracciare una strada condivisa verso un turismo sostenibile e inclusivo. "Questo modello è l’unico che riteniamo possibile per uno sviluppo corretto della montagna", ha concluso Montani, ribadendo l’impegno del CAI nel proteggere l’ambiente, sostenere le comunità locali e promuovere un approccio culturale alla montagna.

L’appuntamento di Venezia non sarà un punto di arrivo, ma l’inizio di un percorso che mira a trasformare il turismo outdoor in un’opportunità per tutti, dagli appassionati ai territori che li accolgono.

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