Turismo delle Radici: dall’Identità al business – il ruolo strategico di Fiavet
Al centro della promozione del Ministero degli Esteri nel 2024, il turismo delle radici rappresenta oggi un’opportuna strategia soprattutto nelle aree più interne consentendo ad operatori turistici e agenzie di viaggio di specializzarsi inserendo nei pacchetti anche prodotti desueti come i tour degli artigiani, le ricerche genealogiche e urbanistiche.
Si tratta di un fenomeno turistico culturale «di nicchia diffuso» che interessa tutti i turismi, che porta i visitatori a conoscere i luoghi dove loro stessi, o le loro famiglie, sono nati o dove hanno vissuto fino a prima di emigrare. “I suoi elementi distintivi sono senso di appartenenza e identità e richiede autenticità e qualità dell'offerta – racconta Letizia Sinisi, direttore creativo e travel designer ItalyRooting Consulting – ma è interessante notare che attrae anche i cosiddetti «italofili» o coloro che amano il nostro Paese e che si sentono «aspiranti italiani»”.
Confcommercio ha svolto un ruolo attivo sul tema in termini di ricerca e analisi su questo target, commissionando indagini quantitative e qualitative tramite SWG e TRA Consulting a membri dell'ItalyRooting Lab per comprendere meglio le dinamiche e le opportunità del settore attraverso interviste dirette a oriundi residenti nei maggiori paesi di emigrazione italiana. Centrale l’impegno poi per la valorizzazione dell'identità locale: “Confcommercio ha sottolineato che il Sense of Italy va oltre il concetto di Made in Italy – ricorda Letizia Sinisi - rappresenta un'identità culturale condivisa che attrae i turisti delle radici, promuovendo il territorio italiano come una destinazione unica con piani di marketing territoriali che valorizzino le specificità culturali e storiche di ogni regione italiana, trasformando le storie locali in strumenti di attrazione turistica”. "Abbiamo l'opportunità di lavorare sul tema delle radici italiane nel mondo, per rimettere in gioco le tante aree interne del nostro paese e per valorizzare il concetto di Sense of Italy come identità culturale condivisa – conferma il presidente Confcommercio Carlo Sangalli. Confcommercio ha dunque sollecitato l'utilizzo di strumenti formativi di orientamento, sviluppo e accompagnamento a supporto degli operatori turistici locali organizzando incontri e roadshow in diverse città italiane da nord a sud e creando momenti di confronto con istituzioni locali ed esperti del settore.
“Il lavoro di Confcommercio è allineato con le politiche nazionali per il rilancio del turismo e per la promozione del turismo esperienziale – afferma Letizia Sinisi - come il progetto Italea del Ministero degli Affari Esteri che mira a rafforzare la connessione con gli oriundi e incentivare i flussi turistici”. Infine Confcommercio ha promosso il turismo delle radici come un modello di turismo sostenibile in grado di ridurre la stagionalità che non solo supporta l'economia locale ma contribuisce anche a mantenere viva la cultura e la memoria storica delle piccole comunità italiane nella salvaguardia della rispettabilità culturale e la sostenibilità ambientale.
Il turismo delle radici, anche grazie agli sforzi di Confcommercio, è dunque già un business, con 10 milioni di turisti delle radici ogni anno che portano il 15% della spesa turistica internazionale in Italia, in incremento del 30% della spesa turistica rispetto ai turisti convenzionali, secondo gli ultimi dati ENIT. Secondo i dati SWG e TRA Consulting inoltre il 70% degli oriundi è disposto a spendere di più per esperienze legate alle radici e il 55% trascorre in Italia una media di 9,8 giorni. È necessario però ricordare anche le potenzialità ancora da cogliere di questo target, che secondo i dati Ambrosetti costituisce un mercato potenziale di 8 miliardi di euro annui e, con gli Stati Uniti come principale mercato di riferimento, ha contribuito alla crescita del 40% nel flusso turistico dal 2019 al 2023, per un valore economico stimato di 65 miliardi di euro, considerando gli effetti moltiplicatori sull'economia derivanti dai settori come agricoltura, artigianato e servizi locali.
“Solo una piccola parte viene intercettata dalle agenzie di viaggio – spiega Sinisi - perché mancano una struttura commerciale e una rete di vendita visibili di operatori specializzati e certificati con soluzioni pronte all'acquisto, con strumenti di vendita innovativi dedicati e capaci di costruire esperienze territoriali per corrispondenti a loro volta specializzati”.
Il bacino di utenza è interessantissimo se ci riferisce agli 80,9mln di italiani all’estero per DNA, tra Brasile, Argentina, USA, Francia, Canada e Uruguay come principali paesi di provenienza, suddivisi tra generazioni di oriundi: di prima generazione, ovvero gli italiani emigrati all'estero, di seconda generazione ovvero gli italo-americani, italo-tedeschi, ecc., e di terza e quarta generazione ovvero americani, tedeschi ecc. di origine italiana; generazione che certamente non rinnega la propria origine, ma è più saldamente americana, tedesca, canadese, svizzera, belga, ecc.
“È chiaro dunque come l’identità possa essere considerato un premium brand – continua Letizia Sinisi – bisogna dunque usare il proprio DNA come attrattività turistica perché il visitatore cerca autenticità”. La consulente invita a pensare fuori dagli schemi, incitando il to a diventare artigiano di memoria e identità: “Solo così è possibile passare dell’essere venditori di viaggi al diventare promotori di cultura e identità, la propria – afferma. Questo può avvenire tramite la creazione di offerte integrate e di pacchetti personalizzati su genealogia, incontri con la comunità, tradizioni locali; attraverso la collaborazione con archivi storici, enti locali, associazioni di emigrati e corrispondenti esteri specializzati; e naturalmente attraversi l’utilizzo del digital marketing identitario per raggiungere il target. “Necessario specializzarsi con formazione certificata per distinguersi dalla concorrenza, anche nell’outgoing – continua – qui entra in gioco il ruolo chiave di FIAVET, che da rappresentanza di categoria può diventare la centrale operativa del turismo delle radici, andando a ricoprire il ruolo della regia del cambiamento. L’associazione ha infatti una posizione unica per mettere a sistema formazione qualificata, aggregazione nazionale di TO e ADV specializzati, e presidio nei territori; le agenzie sono infatti "antenne sul campo" in grado di intercettare nuove domande”.
Eleonora David - Credit Photo: Stefano Gruppo