Immagine di sfondo della pagina Un viaggio nella gastronomia locale namibiana
09 luglio 2024

Una cucina varia, colorata e ricca di sapori. Così possiamo definire la gastronomia namibiana, influenzata dalle culture indigene, coloniale e moderna.

Pochi sono gli ingredienti alla base dei piatti tradizionali: il più diffuso è l’oshifima, una pasta di miglio simile all’impasto per il pane che di solito viene servita con uno stufato di verdura o carne. Altri piatti comuni sono l’oshiwambo, una combinazione piuttosto saporita di spinaci e carne di manzo, e la mielie pap, una specie di porridge preparato con farina di mais.
Oltre ai cereali, la destinazione è anche e soprattutto il paradiso dei carnivori. Si possono gustare carni esotiche di ogni tipo: kudu, struzzo, antilope saltante e coccodrillo sotto forma di bistecca, arrosto o stufato. Cacciagione affumicata e paté sono invece le specialità servite per antipasto. Talvolta si trovano in tavola anche piatti a base di facocero, zebra, alcefalo e antilope alcina. 
Sulla costa atlantica si mangia pesce fresco: il kingklip e il kabeljou sono tra le specie più amate, preparate con semplicità per esaltare il loro sapore naturale.
Nonostante il clima arido, la Namibia produce una varietà di prodotti agricoli come mais, sorgo, fagioli e zucca, spesso utilizzati in stufati e piatti a base di cereali.

Tra i piatti tipic tradizionali dal sapore unico troviamo il Potjiekos, un piatto di carne e verdure cotto lentamente in un pentolino su un fuoco aperto; il Biltong, una specialità namibiana preparata essiccando la selvaggina per poi marinarla in aceto, spezie e sale; il Kapana, uno street food popolare soprattutto nella capitale e l’Oshifima e Ombidi, un tipo di polenta a base di farina di mais, servita con l’ombidi, una salsa a base di verdure, pomodori e carne.

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