Immagine di sfondo della pagina Valtur chiede chiarezza sull’affaire Gallipoli. Patti: “Noi non demordiamo”
13 luglio 2007

Va avanti da 8 anni la trafila amministrativa legata all’affaire Gallipoli, ovvero un terreno di 100 ettari acquistato in Puglia nel 1999 da Valtur per 10 milioni di euro, in una zona di forte interesse turistico nel rispetto ambientale. Negli anni la situazione è andata complicandosi per successive e contraddittorie riperimetrazioni di un parco naturale confinante che è andato a comprendere anche il terreno Valtur. Da qui il blocco per la costruzione del villaggio e i ripetuti ricorsi al Tar da parte di Valtur – tra l’altro vinti – fino ad arrivare ad oggi al ricorso alla Corte Costituzionale. “Non demordiamo e vogliamo una risposta chiara – ha detto l’amministratore delegato Maria Concetta Patti nella conferenza stampa tenuta a Lecce, ricordando che “ Gallipoli è un tassello del progetto Valutr dedicato al mezzogiorno, e che sta andando avanti in Sicilia. Non è possibile per un imprenditore superare trafile amministrative e muri di gomma lunghi 8 anni. Il nostro paese non ha una politica turistica e il rischio è che gli investimenti vadano altrove." La Patti ha inoltre ribadito l’impegno di Valtur nella salvaguardia del verde come dimostrato da altri villaggi italiani in aree a forte impatto ambientale. In attesa della risposta della Corte Costituzionale, Valtur è anche disponibile a riunire tutti gli attori istituzionali della vicenda ( Comune Gallipoli, Regione Puglia..) intorno a un tavolo per spiegare pubblicamente la storia.

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